Parma: Allarme ungulati, diffusione di batteri, a rischi la produzione del parmigiano-reggiano Stampa
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ParmaNews - Cronaca
Scritto da Il Consigliere regionale Dott. Fabio Filippi   
Domenica 02 Settembre 2012 09:26

Parma: Allarme ungulati, diffusione di batteri, a rischi la produzione del parmigiano-reggiano

“L’elevata presenza di capi ungulati, specie di cinghiali, è causa di alterazioni nell’ecosistema dell’Appennino reggiano, oltre che motivo di veicolazione di numerosi parassiti e batteri. Dalle analisi compiute in ambito veterinario emerge, nelle colture foraggere destinate ad alimentare il bestiame, una percentuale elevata di clostridi butirrici, batteri presenti negli escrementi degli ungulati. L’elevata presenza di clostridi butirrici nel foraggio è la conseguenza dell’alterazione delle componenti del latte bovino, in particolare emergono problemi nella fase della fermentazione dello stesso. A dichiararlo è il Consigliere regionale del Pdl Fabio Filippi, il quale ha presentato un’interpellanza alla giunta denunciando la situazione.

“Evidente – aggiunge Filippi – è il sovrappopolamento, nel nostro Appennino, del numero di capi di cinghiali, già alcuni sindaci hanno chiesto interventi decisi per limitare i danni all’agricoltura. L’eccedenza di ungulati è causata da vari fattori: reintroduzioni nel territorio di specie autoctone come appunto i cinghiali, l’abbandono delle campagne da parte dell’uomo, le limitazioni della pressione venatoria e il foraggiamento artificiale portato avanti da alcuni gruppi di cacciatori.
Una situazione allarmante, mi appello alle strutture provinciali e regionali preposte affinché il problema venga analizzato e risolto in tempi rapidi. Gli agricoltori sono disperati e la provincia di Reggio Emilia non rispetta il suo ruolo di controllo e di verifica nel numero di capi previsti dagli abbattimenti selettivi. Nell’anno 2009 era stato previsto dalla provincia l’abbattimento di 300 capi di cinghiali, pare ne siano stati abbattuti solamente due.
Occorrono interventi per contrastare la diffusione di batteri nelle colture foraggere, specie in questo periodo di siccità dove le polveri invadono tutto lo stelo dell’erba.
L’agricoltura di montagna, sinonimo di qualità, deve essere tutelata e le aziende che subiscono danni, devono essere risarcite in modo adeguato.”
Ufficio Stampa
Gruppo Assembleare Pdl
Fabio Filippi
Bologna, 02/09/2012

Popolo della Libertà Consigliere Fabio Filippi 
Bologna, 02 sett. 2012

Ill.mo Sig. Presidente
dell’Assemblea Legislativa
Matteo Richetti
Sede
INTERPELLANZA
Il sottoscritto Fabio Filippi, Consigliere regionale del Gruppo Popolo della Libertà,
Premesso
Che nell’Appennino reggiano risulta un sovrappopolamento del numero di capi di ungulati selvatici, soprattutto cinghiali;
Considerato
Che l’eccedenza del numero di cinghiali sarebbe causata, principalmente, dai seguenti fattori: reintroduzioni nel territorio di specie autoctone come appunto cinghiali e caprioli,  abbandono delle campagne da parte dell’uomo, limitazioni della pressione venatoria e foraggiamento artificiale da parte di cacciatori che in tal modo si creano delle specie di riserve di caccia;
Constatato
Che l’elevata presenza di ungulati è causa di alterazioni nell’ecosistema dell’Appennino, oltre che motivo di veicolazione di parassiti e batteri;
Che dalle analisi compiute in ambito veterinario anche per causa della scarsa piovosità dell’estate 2012, emergerebbe nelle colture foraggere destinate ad alimentare il bestiame, una percentuale elevata di clostridi butirrici, batteri presenti negli escrementi degli ungulati;
Che l’elevata presenza di clostridi butirrici nel foraggio è la conseguenza dell’alterazione delle componenti del latte bovino, in particolare emergerebbero problemi nella fase della fermentazione;
Verificato
Che gli indennizzi per danni causati da ungulati risultano attualmente inadeguati;
Interpella la Giunta per sapere
Come intenda contrastare la diffusione eccessiva di batteri nelle colture foraggere;
Se corrisponda al vero che la provincia di Reggio Emilia nell’anno 2009 assieme ad Atc montagna, per andare incontro alle esigenze degli agricoltori, deliberò l’abbattimento selettivo di 300 cinghiali, ma poi ne furono abbattuti solo due, disattendendo così al proprio ruolo di controllo e di verifica;
Se la Regione sia intenzionata ad intervenire per ridurre il fenomeno di sovrappopolamento di cinghiali nell’Appennino reggiano;
Se intenda attivarsi attraverso gli organi competenti al fine di ridurre il numero di capi in eccesso non solo sulla carta;
Se ritenga che l’agricoltura di montagna debba essere tutelata e le aziende che subiscono danni risarcite in modo adeguato;
Se intenda attivarsi, di concerto con le amministrazioni locali, al fine di rivalutare gli indennizzi rivolti agli agricoltori e in generale a coloro che subiscono danni causati dagli ungulati.
Fabio Filippi

Ultimo aggiornamento Venerdì 26 Luglio 2013 17:17