Italia: Rafforzare la partecipazione del sindacato nella riorganizzazione di tutta la Pubblica Amministrazione, La Cisl Fp di Pietro Antonacchio, L’intervento del nuovo segretario generale della Funzione Pubblica
La Cisl Fp rinnovata nei suoi quadri dirigenziali in continuità con la precedente gestione vuole puntare ad una vera riforma di tutto il pubblico impiego che, unica strada perseguibile, sia in grado di assicurare qualità e livelli appropriati di assistenza e dei servizi alla persona, attraverso: - un netto No ai tagli lineari - una reale riduzione degli sprechi
- una concreta riorganizzazione dei servizi per recuperare risorse e migliorare efficienza ed efficacia delle prestazioni evitare che un management sfrutti i lavoratori con migliaia di ore di attività libero professionale, prestazioni aggiuntive e straordinario che darebbero lavoro a centinaia di nuove professionalità nel settore pubblico nel suo complesso - attivare concrete verifiche sulla produttività anche nel pubblico impiego, retribuendo meglio chi lavora meglio - rafforzamento della partecipazione del sindacato alla riorganizzazione di tutta la pubblica amministrazione - il riordino di enti e servizi che tagliando gli sprechi veri, le spese inutili, i consigli di amministrazione delle Società Partecipate, recuperi risorse per il risanamento dei bilanci e per retribuire meglio le professionalità ivi operanti - un potenziamento della formazione del personale, perché riacquisti una natura effettivamente funzionale volta ad incrementare la qualità, perché rappresenta una leva decisiva per favorire i processi di cambiamento, innovazione e profonda riforma della pubblica amministrazione. Tale attenzione si rende ancor più necessaria a causa dell’attacco massiccio scagliato contro i lavoratori pubblici, dimenticandosi che solo attraverso le loro attività e le loro prestazioni si riesce a garantire i diritti fondamentali della persona relativi ad istruzione, cura, sicurezza, nel mentre si assiste ad un ulteriore pressappochismo nei confronti dei lavoratori dei servizi per cui si ipotizza un’altra proroga al blocco dei contratti pubblici fino al 2014, tanto sbagliato quanto inaccettabile. Non è la spesa per il personale che zavorra le finanze pubbliche, ma gli sprechi e la cattiva organizzazione. Dal 2006 in 5 anni il numero dei dipendenti pubblici è calato del 7,5%. Le retribuzioni sono ferme dal 2010 con un abbattimento del potere d’acquisto del salario pari quasi al 20% nel mentre la spesa pubblica continua a crescere. I lavoratori pubblici e quelli del privato hanno diritto ad un rinnovo di contratto che non significa chiedere sacrifici e ulteriori soldi ai cittadini, ma ricavarli attraverso economie di gestione e risparmi di spesa che si possono ottenere tagliando i centri di costo, snellendo i livelli amministrativi, riorganizzando gli enti, mettendo mano al sistema delle società partecipate. Tre anni di blocco intollerabile dei rinnovi contrattuali a cui si sono sommate incursioni devastanti nei contratti collettivi di lavoro che hanno ulteriormente depredato le risorse e i fondi dei lavoratori che pesano come macigni sui bilanci di famiglie colpite dalla crisi e i cui salari si caratterizzano per essere nettamente i più bassi che nel resto del mondo. Bloccare queste retribuzioni è inaccettabile, soprattutto quando stipendi e prebende di posizioni apicali, dirigenza non contrattualizzata, corpi diplomatici continuano a pesare sui contribuenti con retribuzioni a sei cifre. (Pietro Antonacchio) Comunicato stampa del 1 marzo 2013 Michele Faiella
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