Ischia: Ancora sul piede di guerra i lavoratori liberi della Sepsa Stampa
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IschiaNews - Lavoro
Scritto da Ida Trofa   
Mercoledì 02 Aprile 2008 16:22

Ischia: Ancora sul piede di guerra i lavoratori liberi della Sepsa

Continua il braccio di ferro tra lavoratori ed azienda per la tutela dei diritti e della sicurezza dei singoli

Indetto uno sciopero di quattro ore per il prossimo 8 aprile.
Una lotta che orami va avanti da mesi senza esito, senza dialogo è giunta oramai alle estreme conseguenze con i dipendenti insoddisfatti decisi a stigmatizzare la condotta della dirigenza isolana. Denunciato ai carabinieri di Napoli e alla stazione di Barano l’impiego forzato ed obbligato di bus fuori legge e di un peso superiore a quello consentito nella tratta del ponte di Buonopane notoriamente a rischio.

Non si placano le polemiche alla Sepsa ischitana dove da mesi a tenere banco è il trattamento privilegiato riservato a taluni dipendenti che hanno dimostrato attaccamento al capo e i dovuti agganci politici ed in particolare le rimostranze sono in riferimento al mancato rispetto di tutte le norme in materia di sicurezza e salvaguardia della pubblica e privata incolumità. Questo in relazione oltre che agli autisti e verificatori anche ai passeggeri ignari dei pericoli a cui potrebbero andare incontro. In tal senso, scartandoli pericolo amianto, il rischio tumori negli automezzi sprovvisti di idonei sistemi di aerazione e quant’altro, giunge la grave denuncia inoltrata ai Carabinieri di Napoli e per competenza a quelli di Barano relativa all’impiego obbligato dal responsabile di Bus non a norma e del peso e della lunghezza superiori a quelli consentiti dalla legge in talune zone dell’isola. In particolare si parla del Ponte di Buonopane, in via Corrado Buono dove vige una limitazione di peso pari a 13,5 tonnellate e lunghezza pari a 9,20 metri. Un divieto che neppure lo stesso comune di Barano, sindaco in testa si preoccupano di far rispettare…questo finché non ci scappa l’incidente o peggio ancora il morto!
Dopo mesi di rimostranze, lamentele e dichiarazioni ufficiali inoltrate alle sedi competenti i lavoratori liberi della Sepsa hanno deciso di scendere nuovamente sul piede di guerra per poter dire finalmente basta alla dittatura, al servilismo sciocco al clientelismo e alla corruzione che favorendo il singolo distrugge la classe dei lavoratori. Una dittatura aziendale giunta ora alle estreme conseguenze allorquando pena il mancato riconoscimento della giornata lavorativa un’autista è stato costretto a prendere un bus di quelli non a norma proprio ieri l’altro, un altro ancora si è licenziato pur di non sopportare più tale stato di cose ed un dipendente fatto fuori dal concorso ha denunciato il caso alle autorità ed ora viene tampinato per spingerlo a ritirarla con la promessa di ottenere il posto. Della serie il lupo perde il pelo ma non il vizio. Tante e tali cose dunque che stanno spingendo gli autisti abbandonati dai sindacati collusi hanno deciso di stigmatizzare la condotta della dirigenza isolana promuovendo un nuovo sciopero. Ecco in merito il parere del sindaco autonomi

«LA FAISA CISAL DICE NO ALLA DITTATURA ISOLANA. Noi lavoratori,
adesso dobbiamo dimostrare al responsabile SAI che nessuno può tenere un atteggiamento “provocatorio e padronale” senza che ne paghi le conseguenza, non dimentichiamoci che il responsabile dell’impianto isolano ha contribuito alla promozione di alcuni O.E. portandoli al parametro 193, contravvenendo, quindi, alle più elementari regole sull’anzianità di servizio e fa il bello ed il cattivo tempo su cambi turno, ferie congedi, congedi d’ufficio, verifica, capolinea, straordinari, il tutto in modo discriminatorio e padronale. Il clima di tensione instaurato internamente all’azienda di Ischia si taglia con il coltello, ma quello che appare più grave risulta essere la complicità dei rappresentanti delle altre OO.SS., che fanno di tutto pur di non disturbare il “manovratore” (padrone), in ultima lo stravolgimento dei turni primaverili concordati con chi? Come O.S. abbiamo tentato tutte le strade possibili per evitare scontri diretti che potessero arrecare danni all’utenza, ma dopo l’intervento della polizia alla nostra pacifica e legittima assemblea tenutasi nell’impianto, siamo giunti alla  conclusione che l’azienda è “correa” di questo comportamento antisindacale ed antioperaio, purché non giungano problemi a Napoli.
I Sindaci, i mass-media, le Associazioni tutte devono sapere che i lavoratori della SEPSA sono stati costretti a scioperare, ma solo per far sentire la propria voce e le proprie ragioni, ma sono pur sempre pronti a sospendere ogni azione, qualora il management imponga al responsabile U.O. un comportamento corretto e non discriminatorio». L’azione dimostrativa promossa da questi lavoratori vuol avere dunque scopi molteplici e di ampio respiro che oltre alla denuncia comprendono la diffusione d’importanti messaggi come quello che evidenzia come si cosa seria rappresentare i lavoratori. Un onore che bisogna meritare e non conquistarsi diffondendo l terrore e la paura di non poter portare il pane a casa mentre qualcuno dai tentacoli lunghi riesce a raggranellare introiti ovunque. Inoltre sempre in questa ottica è facile comprendere come le assemblee siano un momento di confronto dove si farebbe bene a partecipare anziché scappare per paura di qualcuno o qualcosa.

Ultimo aggiornamento Giovedì 25 Aprile 2013 14:19