Ischia: La rabbia di Enrico Buono Stampa
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IschiaNews - Cronaca
Scritto da Peppe D'Ambra   
Martedì 12 Dicembre 2006 13:00

Ischia: La rabbia di Enrico Buono

Con somma meraviglia ho letto la replica del direttore dell’unica emittente televisiva isolana, “Teleischia” di cui mi sono servito più volte e sempre gratuitamente ad onore della verità. Proprio per questo l’ “amico” Enrico dovrebbe sapere bene che non mi sono mai nascosto dietro nulla nei miei interventi che sono stati sempre diretti. Mi dispiace e lo dico sinceramente che Enrico Buono abbia recepito come un attacco personale nei suoi confronti la mia “rabbia” nei confronti di certi atteggiamenti giornalistici; che continuo a credere e ritenere  lesivi dell’immagine della professione giornalistica. Il mio grande errore è stato quello di non confrontarmi con lui a caldo e l’ho tirato in ballo, se ho sbagliato gli chiedo scusa, nella mia analisi, solo perché credo che uno che fa l’allenatore e l’educatore dovrebbe capire bene l’importanza del suo ruolo in una società in cui vengono sempre più meno certi valori.

Un calciatore espulso che si mette a fare il pazzo e si arrampica sulla recinzione con tono minaccioso e solo perché trattenuto non si porta al di la della recinzione per fare a botte con un tifoso;
un allenatore che abbandona la sua squadra, quando questa sta profondendo il massimo sforzo per il raggiungimento della vittoria, per correre come un forsennato fuori dal campo e andare a sbattere per le terra un omino di stazza fisica la sua metà, con un handicap e che è stato dirigente della squadra di cui fa l’allenatore minacciandolo di morte; sono atteggiamenti questi che continuo a credere meritano la condanna ed una netta presa di posizione di tutte le persone civili al di la della professione che fanno. Io per esempio li avrei presi volentieri a calci nel culo e allontanati definitivamente, poi ognuno è libero di pensarla e decidere come vuole. Quando poi questi fatti accadono sotto gli occhi di centinaia e centinaia di persone e ci sono presenti anche giornalisti che hanno il compito e il dovere di narrare gli avvenimenti e se non lo fanno allora io continuo a credere che si offenda la professione di giornalista e in questo caso anche il senso civico che dovrebbe albergare all’interno di ogni persona civile.
Solo questo intendevo dire nel mio articolo di mercoledì!!!
Per concludere e mettere una parola fine a questa storia non mi costa davvero nulla chiedere scusa anche se garantisco ad Enrico Buono, avendolo già fatto telefonicamente, che nulla di personale c’è e mai stato, non c’è ne e mai ci potrà essere fra me e lui: lui ha la sua storia personale, io la mia e continuiamo ad andare avanti per la nostra strada consapevoli che svolgendo un ruolo pubblico, più o meno importante, siamo comunque soggetti al giudizio degli altri con il quale comunque ci dobbiamo confrontare. Lascio sempre agli altri il giudizio su tutto ciò che ognuno di noi fa pubblicamente. Non credo che le mie vicende personali o quelle di Enrico interessino più di tanto alla gente, anche se la mia e la sua storia comunque è di dominio pubblico; proprio perchè rivestiamo un ruolo all’interno di questa società.
I miei migliori auguri ad Enrico Buono la sua famiglia e, soprattutto, a tutti quelli che seguono le mie storie.

Ultimo aggiornamento Sabato 25 Agosto 2012 20:40