In reparto con il cartello sulla schiena Stampa
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LaccoNews - Sanità
Scritto da Ida Trofa   
Giovedì 05 Novembre 2009 20:48

In reparto con il cartello sulla schiena

Infermieri in rivolta al Rizzoli.
Una manifestazione che veste i protagonisti ed informa le categorie maggiormente colpite e penalizzate dalla problematica. Attriti e contrasti con i medici. Incontro forzato con primari e direzione dell’Ospedale: gli infermieri irrompono nella riunione delle 11,30 di ieri. L’appuntamento con tutta la popolazione resta fissato per domani ore 12.00. Dura da mesi il braccio di ferro tra infermieri organizzati nel comitato di lotta continua dell’Ospedale Rizzoli ed il governo dell’ASL NA2 Nord.

La protesta ha scelto la forma inconsueta di una manifestazione che veste i protagonisti ed informa le categorie maggiormente colpite e penalizzate dalla problematica. Nessuna  paralisi delle attività sanitarie al nosocomio lacchese semplicemente una richiesta pacifica e corretta di dialogo di reciproco aiuto e scambio di sostegno che però gradatamente va verso l’inasprimento dei rapporti. Infatti se correttezza e trasparenza sono state le prerogative di una parte, i lavoratori che soffrono e sentono la carenza di personale, dall’altra parte l’anello forte dei medici e  dei primari e sopratutto dei sindacati, ha fatto si che le trattativa proseguite assecondando il tentativo dei vertici aziendali di delegittimare la protesta e la stessa rappresentanza del comitato di lotta infermieristico, con la motivazione che non c’è nessuna motivazione visto che sin’ora si è predicato bene e razzolato male fingendo di sottoscrivere le richieste e gli intenti degli infermieri per poi agire in completa antitesi con gli stessi. È stato anche per questo che gli infermieri in stato di agitazione hanno deciso d’indossare il proprio disagio ed il proprio impedimento portando sulla schiena cartelli informativi a favore di tutta l’utenza. A quest’ultima e solo a questa si chiede scusa per eventuali problemi connessi alla cura e alle terapie, mentre a sindaci e politicanti si chiede finalmente un intervento fattivo ed utile alla causa. Una situazione estrema ed al limite della tolleranza che ha spinto, poi, gli infermieri con le loro nuove divise, a fare irruzione nella direzione dell’Ospedale intorno alle 11,45 di ieri per imporsi all’attenzione dei primari chiamati a raccolta dinanzi al direttore. Un incontro nel corso del quale si è dibattuto sulla problematica della carenza d’infermieri e sull’opportunità e l’obbligo di sostenere la categoria anche nei fatti e non solo sottoscrivendo le determinazioni de vari incontri. Anche in questa ultima riunione forzata non si sono sbloccate le trattative, visto che il dottor Malvaso ha ipotizzato senza mezzi termini la pretestuosità della protesta lacchese in quanto, documenti alla mano, in altre realtà come l’ospedale di Pozzuoli, meno infermieri farebbero lo stesso lavoro di chi ora chiede rinforzi. Mai affermazione fu più azzardata avverso una categoria che al contrario dei colleghi dell’ospedale puteolano non beneficiano dei tre turni di lavoro e già esasperata da giornate di lavoro massacranti e giorni trascorsi in ospedale in stato di semilibertà. Un grido unanime di sconcerto si è levato così dai rappresentanti della categoria in lotta per ammonire quanti responsabili di quella condizione verso prossime e più estreme forme di lotta per la rivendicazione di un diritto sacrosanto: il diritto alla dignità e ad un lavoro umanamente sostenibile. Dunque solo promesse e chiacchiere che evidenziano la sostanziale mancanza di volontà da parte di molti a sostenere le giuste rivendicazioni di chi quotidianamente opera per tutelare la salute dei cittadini che ad essi si affidano. Domani  si terrà un incontro decisivo, con all'ordine del giorno l’unico punto irrinunciabile per gli infermieri: l’assunzione di unità lavorative che possano soddisfare l’attuale carenza di personale.
Nessun altra indiscrezione è trapelata se non la ferma volontà di passare a nuove e più dure forme di lotta anche se questo dovesse significare accamparsi sul tetto del Rizzoli o davanti alla sede ASL di Monteruscello. E come si dice in un modo o nell’altro questa è l’eccezione che conferma la regola che vuole le guerre ricadere maggiormente sulle spalle dei più fragili e di più vulnerabili. Almeno un tentativo, però, potremmo farlo tutti, sostenendo gli infermieri e sostenendoci per avere un ospedale sicuro. L’invito è per domani ore 12.00 presso l’ospedale Rizzoli.

Ultimo aggiornamento Giovedì 05 Novembre 2009 22:20