Canoni demaniali: operatori in rivolta a Lacco Ameno Stampa
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LaccoNews - Cronaca
Scritto da Ida Trofa   
Domenica 05 Aprile 2009 20:54
Canoni demaniali: operatori in rivolta a Lacco Ameno
 
Ingiunzioni di pagamento e determine con cifre da capogiro 
Dal comune sorpresa amara per la Pasqua degli imprenditori lacchesi. Richieste somme arretrate per l’occupazione dei suoli del demanio sin ora pagati per pubblici. Sanzioni al 200%. Pronte le denunce per “indebito arricchimento”
Stanno sollevando un nugolo di polemiche e malumori le diverse determine, contenti una sorta d’intimazione al pagamento, inviate agli operatori commerciali e imprenditori di Lacco Ameno, operanti su meglio imprecisati spazi sin’ora concessi per pubblici ed ora rivelatisi demaniali. Le imprese che, dopo meticoloso accertamento congiunto tra Ente Locale e Capitaneria di Porto, sono risultati insistere ed operare in parte sui suoli demaniali marittimi, sono ora chiamati a versare cifre da capogiro al demanio per l’omesso versamento dei contributi dovuti negli anni (dal 2005) di attività pena il mancato atto di concessione. Anni in cui inconsapevolmente gli imprenditori, sotto la guida e le indicazioni degli amministratori, pagavano al comune per l’occupazione degli stessi spazi, gli oneri per la concessione del suolo pubblico. Un po’ di confusione e qualche erronea percezione degli spazi pubblici scaturita con le variazioni di competenza in campo di demanio marittimo e giù di li, fa da paravento al Comune di Lacco che ora gioca al portoghese. Le richieste di arretrati sono giunte, a chi si e a chi no, in base ai diritti di votazione, alla vigilia delle stagione turistica e qualche giorno prima della Pasqua, regalando una sorpresa amara agli operatori colpiti da sanzioni del 200%. Operatori che ora si ritrovano a combattere, con lo spettro della mancata apertura per omesso pagamento e la perdita d’ingenti somme di danaro già versate al comune per usufruire di un medesimo servizio che ora altra autorità ritiene indebitamente fruito. Infatti il “demanio” batte cassa ed avanza gli interessi per morosità, evidenziando che, a meno del versamento delle cifre accertate gli esercizi commerciali risultanti in difetto, non potranno operare negli spazi sfruttati nel passato. Allo stesso modo il comune lacchese fa finta di non sentire dall’orecchio del rimborso, attendendo che gli operatori messi alle strette e dinanzi al pericolo di perdere il lavoro paghino e si rassegnino alle calende greche per riavere indietro quanto già versato. È in vero, atteso che l’amministrazione locale ha intascato gli oneri per suolo pubblico in suddetti spazi ora rivendicati dal demanio, fatto logico ed indiscutibile che, parimenti al dovere di versare i contributi i contribuenti, hanno il diritto di essere risarciti per il versamento dei tributi non dovuti. Tributi che in molti casi risultano superiori a quanto in realtà si sarebbe dovuto al demanio titolare dei beni asserviti. Per 95mq circa viene avanzata, ad esempio, una richiesta di 6000€ di canoni pregressi, compresa la sanzione, quando nel contempo sono già stati versati 4500€ per l’occupazione del suolo pubblico. Senza contare i 500€ di anticipo chiesti per l’occupazione temporanea del 2008. Nonostante la gravità e le perplessità sollevate dalla vicenda, una vicenda assurda al limite della truffa, su questo fronte gli operatori e cittadini, loro malgrado protagonisti inermi di questa vicenda, non riescono a trovare interlocutori validi e portatori sani d’iniziative e soluzioni concrete ed oneste. Interlocutori che dovrebbero sedere nelle stanze delle comune e che ora aggiungono al danno procurato la beffa dell’ingiunzione di pagamento. In merito sono già pronti i ricorsi da parte dei soggetti colpiti che faranno causa al comune per “indebito arricchimento” per la percezione di canoni di suolo pubblico accesi su suoli demaniali. Molta attenzione viene posta anche sulla regolarità delle procedure di acquisizione da parte dell’ente locale nei confronti delle regioni prima competenti in materia di demanio marittimo.