Il Falco che non voleva volare Stampa
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LaccoNews - Tempo Libero
Scritto da Ida Trofa   
Venerdì 29 Maggio 2009 10:46

Il Falco che non voleva volare

Straordinaria scoperta a Monte Vico
Ritrovato nel cimitero di Lacco Ameno un giovane esemplare di Falco Pellegrino. I Vigili Urbani della locale stazione hanno affidato la bestiola impaurita e spaesata agli esperti della Lipu. Molto probabilmente uno scontro con i più esperti gabbiani a disorientare il piccolo. Previsto per oggi il suo ritorno in libertà.
Ci avreste mai creduto un Falco, splendido, maestoso, regale nel suo impareggiabile battito alare che d’un tratto decide di non volare più.

È come un pesce che stanco di stare in acqua si mette a fare il morto a galla, magari sperando che gli spuntino i polmoni. Sembra assurdo eppure è accaduto a Lacco Ameno. Giovedì mattina il custode del cimitero di Monte Vico ha ritrovato un uccello bellissimo e con gli occhioni tristi che zampettando se ne stava tra le mura e i monumenti mortuari. Un uccello che sembrava rimuginare sempre zampettando e non volando. Un uccello bellissimo e curioso, ma per il custode stranito, con un difetto: non volava! L’uomo persuaso che quell’uccello stesse male ha chiamato in soccorso i Vigili Urbani della locale stazione che giunti sul posto hanno costato la presenza della bestiola alata eppure ancorata al suolo e chiesto lumi ed aiuto agli esperti della Lipu. Gli agenti accorsi sul promontorio di Monte Vico hanno appurato che si trattava di un esemplare raro della specie protetta del Falco Pellegrino appena nato.  Il largo mustacchio, il contrasto tra le parti superiori nero-ardesia e quelle inferiori chiare e barrate rendono inconfondibile gli adulti di questa specie; i giovani hanno parti inferiori fulve con fitta gocciolatura, mentre i toni del dorso sono bruni.. Si tratta comunque nonostante l tenera età di un Falco di grosse dimensioni, compatto, con ali appuntite dalla base molto larga, coda corta, testa prominente e, solitamente, dal volo veloce, battuto e potente. Questa specie ha una vastissima distribuzione cosmopolita che all’anagrafe faunistica isolana risulta presente in sole due famiglie residenti alla Sgarrupata e poi proprio in località Montevico. Le guardie zoofile hanno ipotizzato, trovando poi riscontro nell’analisi della dottoressa veterinaria Grande, che il Falco Pellegrino ritrovato, sia un esemplare giovane, nato da poco e che rifugiatosi tra le mura del cimitero per trovare riparo dopo un incontro ravvicinato e scoraggiante con uno stormo di gabbiani.. Una sorta di incontro del terzo tipo avvenuto in uno dei primi voli di ricognizioni fatti al’uscita dal nido familiare che ha spinto il pur rapace a cambiar vita e crearsi una nicchia ecologica tutta nuova a terra. Chissà magari avrà sperato di trovare nuovi amici e compagni di giochi meno aggressivi e pretenziosi…qualche vermetto, un po’ di topini, le lucertole, chissà! Fatto sta che il giovane Falco, quasi certamente nei primi voli ha sconfinato, stando agli esperti, nel territorio dei gabbiani che l’hanno cacciato via in malo modo al fine di preservare e garantire la propria sussistenza piuttosto che quella del sempre ostile rapace. Il falchetto però non l’ha presa bene e invece che ritornare al nido da mamma e papà falco, magari sorbendosi pure una lavata di piume per l’onta dell’aggressione e dello spavento, è emigrato sul terreno più sicuro del cimitero, solo ed in pace  con i suoi sogni a due zampe e le vertigini. Il Falco appena nato dopo il ritrovamento e le visite mediche che hanno appurato il suo eccellente stato di salute e l’assenza i ferite od altro è stato affidato alla Lipu per le cure e le pratiche mediche del caso che riescano ad infondergli coraggio nel rimettersi sulle ali e sulle sue rotte aeree tra gli altri volatili. Il suo ritorno in libertà ed il nuovo ritorno al volo è previsto per oggi, quando le guardie zoofile addette lo riporteranno nel suo habitat riorientandolo alla sua vita.

Il falco pellegrino

In Italia si riproducono due delle numerose sottospecie, il Falco peregrinus brookei, forma mediterranea, e quella nominale, propria del continente europeo, che probabilmente integrano l'una nell'altra, lungo la penisola. Le popolazioni più settentrionali migrano regolarmente raggiungendo quartieri di snervamento posti anche a sud del Sahara; l'Italia ospita in inverno individui appartenenti sia alla forma nominale che a quella presente fino in Siberia, falco peregrinus calidus.
La dieta del Pellegrino è costituita nella quasi totalità di uccelli, catturati in volo, sfruttando la esemplare manovrabilità per colpire le prede con gli artigli o con lo sterno.E' specie monogama, ed il legame di coppia è stabile negli anni; le parate nuziali iniziano,nelle aree più calde del meridione e delle isole, già in gennaio-febbraio. Il nido è costituito da una depressione scavata nel terriccio in cavità o su logge più o meno protette. Le uova vengono covate per 29-32 giorni da entrambi i sessi. I giovani rimangono nel nido per 35-42 giorni, e sono indipendenti a circa due mesi dall'involo; la maturità sessuale viene raggiunta al secondo anno.