Ischia: Circa i lavori della prossima Consulta per la Mobilità, da tenersi in sede regionale in data, 16/09/2009 Stampa
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IschiaNews - Trasporti
Scritto da Nicola Lamonica   
Martedì 15 Settembre 2009 16:19

Ischia: Circa i lavori della prossima Consulta per la Mobilità, da tenersi in sede regionale in data, 16/09/2009

Tutto cambia e nulla cambia! Potremmo così, manipolando la ben nota espressione filosofica, sunteggiare la gestione della Consulta che ogni giorno ce ne riserva una; oggi è in discussione la composizione del tavolo regionale che non conserva per niente i suoi partecipanti di ieri. Questa volta non vengono invitati i Sindaci e non sappiamo se per loro scelta o per volontà regionali inconfessabili.

Sta di fatto che mercoledì prossimo 16 c.m. l’incontro della Consulta non vedrà la loro presenza e se non ci sono accordi sottobanco bene farebbero i Sindaci a chiedere di essere ammessi come nel passato; ma è anche necessario segnalare che la Consulta non ha ancora una sua precisa e coerente definizione e manca anche di un Regolamento che il democratico Mazzamurro, già coordinatore direttore Generale dell’ACAM, mai ha voluto definire nel seno dell’Organismo Regionale voluto dalla Legge 3/2002.
C’è un’oscura regia che vuole la separazione o il coinvolgimento, a secondo dei casi, tra i riferimenti delle istituzioni locali ed il mondo dell’associazionismo? O piuttosto, e sono più propenso a credere benevolmente a questo, che l’evento sia fortuito dal momento che anche le strutture più organizzate possono avere momenti di disattenzione?
Non avremmo mai parlato così duramente se gli argomenti all’odg del dichiarato appuntamento non fosse vitale per il diritto alla mobilità marittima che vede impegnato  assieme tanti a tante sigle, da tempo; e se non fossero in gioco anche i destini sociali e di sviluppo economico delle isole.
La Caremar sta  per lasciare, mancano poco più di tre alla scadenza del 31 dic. e nulla ancora è stato messo in cantiere al suo posto. Sta per partire, con soddisfazione dei privati, una grande privatizzazione a livello nazionale, quella della Tirrenia e consociate, che rischia di mettere alla gogna anche le conquiste della 169/75 che raccolse allora le aspirazioni sociali di un momento storico e dato respiro e stabilità e sicurezza negli anni successivi a tutti, nonostante una cattivissima gestione aziendale di cui bene farebbe il Parlamento Italiano ad interessarsene.
Il famoso che fare è oggi quanto mai applicabile alla situazione attuale. Occorre uscire dal chiacchiericcio di palazzo, sia nazionale che regionale, ed affrontare il problema con decisione sulla scorta delle indicazioni che vengono da una corretta lettura della Carta Costituzionale e di quanto è accaduto in questi anni in termini di sopraffazione degli interessi di parte ai danni di quelli della collettività. Un confronto franco e con grande spirito unitario si è già registrato nel passato tra tante componenti sociali e politiche, sia pure distanti a livello regionale e locale;  un passo in avanti è stato fatto con l’approvazione di un odg in Consiglio Regionale, tanti gli indirizzi istituzionali locali che dicono la stessa cosa e ancora nulla di concreto, neanche allo stato embrionale, viene a determinarsi nella mente e nell’azione di chi diversamente ha saputo costruire, in un decennio di gestione regionale, una fortuna enorme a favore dei privati che oggi arrogantemente e forti delle copertura locali e nazionali fanno la voce grossa per continuare la loro scalata sperando di renderci sempre più utili e servili ai loro interessi.
In Campania si è inventato di tutto pur di favorirli: dall’atto di sottomissione all’omissione sistematica della legge 3/2002;  si è dato credito alle lusinghe ed alla promesse favorendo nei fatti chi non aveva titoli se non di carattere morale e storico per conservare servizi su le linee che andavano diversamente assegnati tramite gare europee; si è sostenuto e privilegiato la scelta monopolizzante ai danni della libera concorrenza e degli interessi superiori della collettività; si è dato linfa a scelte illiberali di cartello e di lottizzazioni di aree d’accosto; si è preferito evadere nei controlli per il rispetto di quanto sottoscritto e lascare all’iniziativa di terzi, in particolare all’associazionismo, il controllo sulle politiche tariffarie,…....
E la conclusione di tutto ciò è l’arroganza aziendale che fa il bello e cattivo tempo su tutto, nella pessima qualità di alcuni  servizi, nel diritto alla  continuità territoriale per gli isolani che vengono  discriminati anche ai botteghini nella richiesta del titolo di viaggio perché la loro presenza a bordo è economicamente scomoda, nella politica tariffaria che nega agli isolani ed ai lavoratori pendolari i diritti di cittadinanza regionale riservati a quelli che vivono e si mobilitano sulla terraferma..
Mercoledì si apre una nuova fase, ci auguriamo che molti aprano gli occhi prima che la svolta antipopolare venga consumata dando tutto in mano ai privati!

Comunicato Stampa del 14/ 09/2009
Nicola Lamonica

Ultimo aggiornamento Giovedì 25 Aprile 2013 10:56