Ischia: La tecnologia. I suoi innumerevoli pregi e qualche difettuccio… Stampa
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IschiaNews - Tecnologia
Scritto da Tina Taliercio   
Martedì 15 Aprile 2008 15:47

Ischia: La tecnologia. I suoi innumerevoli pregi e qualche difettuccio…

Finalmente la ricerca scientifica dirime una disputa sulle emissioni nocive delle apparecchiature elettroniche che durava da parecchi anni

…non proprio trascurabile. Che sarà meglio conoscere e tenere sempre presente. Anzi prevenire.
Difficile farne a meno. Anzi, per dirla tutta, oramai impossibile. La vita di tutti noi ne verrebbe enormemente rallentata. Già dalla seconda metà degli anni ’50 del secolo scorso, la tecnologia cominciò ad imporsi con successo negli uffici e nelle case: dai primi elettrodomestici (oggi trasformatisi in ricercati pezzi di modernariato), fino ai mangiadischi e ai registratori, per passare agli impianti stereo, e poi ai Commodore 64, e ancora ai primi, enormi PC, e via via fino ai giorni nostri.

Oggi le novità, le evoluzioni (e spesso le “sparizioni”) di alcuni aggeggi a cui stavamo appena iniziando ad abituarci e, talora, ad affezionarci, sono talmente repentine da confondere, facendo spesso sorgere la domanda: “Ma perché? E poi perché così in fretta?”. È indubbio: se riflettiamo su quanto della nostra quotidianità è reso possibile dalla tecnologia, dobbiamo riconoscere che la percentuale è decisamente alta. Nel momento in cui scrivo, sono davanti al mio laptop, indosso una comoda cuffia stereo per ascoltare la musica che mi concilia la scrittura, che però di tanto in tanto devo mettere in stand-by perché mi suona il cellulare e, per rispondere, devo (saggiamente) indossare l’auricolare, oppure ricevo una chiamata su skype e quindi devo cambiare la cuffia con quella apposita dotata di microfono, naturalmente se l’ADSL fornita dal router arriva regolarmente (fatto non così scontato come potrebbe sembrare), oppure squilla il cordless collegato alla rete fissa, infine la luce che illumina la mia scrivania è fornita da una lampada alogena di ultima generazione, ma quasi quasi vado a prepararmi un thè nel microonde… Insomma, abbiamo un bel dire, dipendiamo dalla tecnologia in toto. E certo, finché tutto funziona alla perfezione, ci sembra davvero quanto di più bello ci sia.
Ma c’è qualcosa di sostanziale che riguarda tutti e che bisogna invece tenere attentamente sotto controllo: le radiazioni elettromagnetiche. Fino a pochi anni fa “bollate” come fantasie da catastrofisti paranoici, oggi trovano purtroppo ampia conferma scientifica. Il punto è che prima non si disponeva del lasso di tempo necessario a fornire una quantità di dati sufficienti a costituire caso statistico, a rappresentare un campione sufficiente e attendibile. Ora il lasso di tempo c’è. E i risultati mettono in guardia: le radiazioni elettromagnetiche si sprigionano non solo quando le apparecchiature sono in funzione, ma anche quando sono in stand-by e addirittura quando sono spente ma hanno il cavo collegato alla presa elettrica. Per non parlare poi degli apparecchi cordless o blue tooth che dir si voglia: la quantità di radiazioni elettromagnetiche che emettono è nettamente superiore agli apparecchi dotati di cavo.
Basterà pensare a quello strano, fastidioso e persistente ronzio che avvertiamo quando c’è un cellulare nei pressi del nostro computer o della nostra autoradio: tutti noi, istintivamente, sappiamo che questo vuol dire che il cellulare sta per squillare o per ricevere una qualche cosa (SMS, MMS e così via). Il punto è che non si tratta di un innocuo “contatto”, come si credeva un tempo, bensì di un campo magnetico che si crea e che, come anche in tutti i casi in cui non c’è alcun segnale sonoro a renderlo manifesto, l’essere umano assorbe.
La consapevolezza che i dati scientifici ci forniscono va utilizzata a fini di salvaguardia, al di là degli scongiuri che gli scaramantici potranno attuare. Tra le tante ricerche scientifiche pubblicate, ne segnalo una che riguarda l’oggetto tecnologico che, con ogni probabilità, conosce la diffusione più elevata: il cellulare. L’autorevole quotidiano britannico “The Independent” ha pubblicato pochi mesi fa i risultati degli studi dei professori Hardell e Hansson Mild, ricercatori svedesi di fama internazionale, svolti in Svezia, Danimarca, Finlandia, Giappone, Germania, Stati Uniti e Regno Unito e basati su un arco di tempo pari agli ultimi 10 anni. I risultati sono netti e inequivocabili: l’uso del cellulare o del cordless, per almeno un’ora al giorno per 10 anni, accresce il rischio di contrarre tumori al cervello. Questa la brutale certezza. Nel dettaglio, si apprende poi che può tanto trattarsi di tumori benigni (neuromi acustici, che spesso provocano cali dell’udito fino alla sordità) quanto di cancro (gliomi). Per ulteriori dettagli, rimando al link del Corriere della Sera, uno dei quotidiani italiani che ha diffuso da noi la notizia: http://www.corriere.it/salute/07_ottobre_08/marchetti_tumori_rischi.shtml.
Conoscere questi risultati è di fondamentale importanza per modificare al meglio i nostri comportamenti quotidiani, con la consapevolezza che alcuni semplici accorgimenti possono produrre una differenza enorme sulla nostra salute. In generale, quando non si utilizza un’apparecchiatura (TV, computer, lettori vari e così via) è altamente utile spegnerla del tutto, non lasciandola MAI in stand-by, non dormire comunque in una camera in cui ci siano apparecchiature (perché l’unico modo per impedire che emettano radiazioni elettromagnetiche è quello di staccare i cavi dalla presa) e stare molto, davvero molto attenti a tutti gli apparecchi senza filo. Limitare l’uso del cordless solo al minimo indispensabile e quando non si è nei pressi di un telefono fisso, e “regolamentare” il proprio rapporto con il cellulare. Come? Molto semplice: prendendo atto dell’esistenza degli auricolari, peraltro di vitale importanza alla guida, come impone il Codice Stradale. Ancora oggi in Italia si vedono una quantità spropositata di persone alla guida, alle prese con acrobazie ridicole quanto pericolose, che, imperterrite, continuano a guidare (malissimo) con il cellulare attaccato all’orecchio. L’auricolare, legittimamente preteso dal Codice (che tuttavia non fa distinguo rispetto al viva-voce, che invece abbassa il rischio di incidente stradale ma eleva quello di contrarre un tumore), risolve invece brillantemente la situazione: permette di guidare agevolmente, senza correre il rischio di trovarsi gli arti “intrecciati” e impediti nelle manovre di guida e, fatto almeno altrettanto importante, impedisce di assorbire le micidiali radiazioni elettromagnetiche, fornendo peraltro un’alta qualità acustica e lasciando comunque libero l’altro orecchio per i suoni esterni.
Una considerazione speciale la meritano infine i bambini, sempre più spesso “agghindati” con cellulari: se proprio non possiamo fare a meno di regalarglieli, abituiamoli da subito a usare gli auricolari. Questo sì, che sarà un regalo importante.

Ultimo aggiornamento Giovedì 25 Aprile 2013 14:32