Accordi "Caularone"Quando i partiti si impossessano della societa', di Ignazio Castagliuolo Stampa
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ForioNews - Cronaca
Scritto da Associazione Il Volo   
Domenica 25 Dicembre 2011 12:22

Accordi "Caularone"Quando i partiti si impossessano della societa', di Ignazio Castagliuolo

Il tornare indietro: 150 anni fa, l’Italia fu liberata da quelli che Garibaldi definiva TIRANNUCCI. La democrazia è basata sul giusto dovere e potere  di rappresentanza della società civile. Da più di 30 anni, assistiamo alla degenerazione dei partitii: dalla rappresentanza al possesso della società. Perché il dopo-tangentopoli ha semplice proposto il cambiamento di sigle e siglette e la destrutturalizzazione dei partiti stessi, affinchè responsabilità, e politiche e giudiziarie, evidentemente collegiali e cumulative, risultassero, di contro e nel caso “semplicemente individuali”.

Ancor peggio pertanto l’idea politica proposta: il tutto del niente o il niente del tutto! 
Il “berlusconismo” che ha in Berlusconi solo il miglior interprete, ha insegnato e propagandato la semplice e tragica lottizzazione filologica: il lavoro, l’ordine sociale, la famiglia etc, sono e devono essere valori condivisi di una società evoluta, non certo finte distinzione populistiche -propagandistiche. Ritengo che  la società sia andata avanti rispetto al nichilismo che da trent’anni propongono e impongono, non solo  ma anche ,“i partiti”, che pertanto manco sanno più che “parte di società” rappresentano..e quando l’hanno rappresentata, l’hanno rappresentata male!  L’altra faccia della medaglia: essere tacciato di comunista , di moralista o di berluisconismo. Sempre e comunque, a prescindere dalle argomentazioni! Perché “Se volete far tacere il cittadino che protesta, che ha ancora la capacità di indignarsi, dite che fa del moralismo.” (Norberto Bobbio -Destra e sinistra.:ragioni e significati di una distinzione politica).
L’interlocutore politico deve essere sempre e cmq l’elettore: tanto migliore è la democrazia quanto migliore è la capacità critica dell’opinione pubblica: in Italia come sull’isola bisogna imegnarsi per costruire una opinione pubblica critica.
E’ una società oggi letteralmente stanca,  … esausta da anni di ideologizzazioni fuori luogo e fuori tempo, ma non appiattita, spero, nonostante da decenni, si tenti continuativamente, scientificamente e subdolamente la distruzione del welfare, del sistema scolastico. etc. Della dignità della persona….!
La democrazia impone disciplina della rappresentanza ma anche disciplina di partecipazione:  la politica è una sommatoria di tante cose. In sintesi di elettori e eletti.
Ma i cittqdini hanno responsabilità, non colpe! Da decennil’sola d’Ischia subisce un apparato politico-finanziario-economico, esclusivo ed occlusivo, all’interno del “sistema Ischia”.
Un accentramento di potere politico e finanziario, insostenibile per l’isola, che ha generato una decrescita esponenziale dell’economia di mercato, soffocando lo sviluppo; che ha saccheggiato lo stato di benessere dell’isola d’Ischia. Una politica di clientelismo, nepotismo, sprechi, ruberie e speculazioni sta affossando di nuovo l’isola d’Ischia all’inizio del secolo.
Una politica che non da risposte alla società!L’isola è lasciata agli interessi di qualche piccolo gruppo influente o lobby o tirannuccio, invasivo di tutti i settori della società, dall’obiettivo chiaro
di distruggere il “sistema Ischia”!Un politica che da un lato cerca la centralizzazione del monopolio e dall’altro l’individualizzazione in pochissimi soggetti.
Un simile modello di sviluppo sociale non prevede specializzazioni nè suppone realizzazioni intermedie della società civile quali le autonomie locali dei Comuni e le iniziative economiche. Si vuole impedire la  competitività sia nella politica, basando il consenso sul potere di dipendenza dei cittadini, sia nel libero mercato delle imprese, basando la produzione sull’abbassamento della qualità offerta e su pagamenti e retribuzioni bassi, escludendo dall’impianto produttivo la già penalizzata e indebolita micro, piccola e media impresa isolana. Questo modello sociale ha solo bisogno di poter comprare a costo bassissimo imprese, denaro, intelligenze e forza lavoro.
E allora: la “politica caularone” degli accordi partitici serve a fare questo, oppure a superare per  eliminare le croste di una vecchia società fuori dalle democrazie emancipate? Serve per avere una democrazia finalmente “statutaria” o ancor più “discrezionale”? Un accordo politico è buono allorquando esista un vantaggio per la società di riferimento: quali vantaggi? A chi o cosa? Perché è ora che le domande vengano poste pretendendo risposte: “Le repubbliche falliscono a cuasa del lusso (di pochi); le monachie della povertà
(di molti).” Montesquieu