Il Comune deve risarcire lo stato per un miliardo e mezzo di lire Stampa
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CasamicciolaNews - Cronaca
Scritto da Ida Trofa   
Venerdì 05 Maggio 2006 13:59

Il Comune deve risarcire lo stato per un miliardo e mezzo di lire 

Museo Civico o Casa Comunale? Un dilemma “shakespeareiano” con nuovi attori
L’attuale e passata destinazione urbanistica di “Palazzo Bellavista” a Casamicciola Terme non smette di smuovere pratiche e denuncie a suon di carta bollata e richiami in calce. Intanto giunge come un fulmine a ciel sereno l’esito della visita Ispettiva del Ministero delle attività produttive.

Luci ed ombre sugli atti prodotti in relazione alla destinazione del complesso di via P.ssa Margherita così iniziava tempo fa la cronaca della lunga stagione di veleni che si è abbattuta sulla questione “Palazzo Bellavista”. Relazioni e dichiarazioni sottoscritte dimostrano che il fabbricato de quo è utilizzato quale sede comunale in ogni sua funzione, quindi non conformemente agli obiettivi per i quali era stato concesso il finanziamento del Ministero. Qualcuno per molto tempo ha ritenuto e saccentemente dichiarato quasi a mo di sberleffo che si trattasse di un semplice stravolgimento nella lettura della documentazione, alla quale si era data una chiave d’intendimento semplicemente estrapolando passaggi e procedure per inserirle poi di volta in volta nell’uno o nell’altro contesto. Fin qui nulla di nuovo se non fosse per il coinvolgimento degli attuali responsabili e dirigenti dell’Ente Locale. Ai primi di Aprile scorso si sono ricevuti al termine della lunga querelle e dei giochi a carte coperte gli esiti della visita ispettiva del Ministero delle attività produttive svoltasi nel mese di settembre che ha attestato la mancata ottemperanza dei vincoli contrattuali. Ovvero l’immobile ex Napoleon non è stato destinato agli usi previsti dallo stanziamento dei fondi del Programma operativo multiregionale Turismo, sottoprogramma I Misura 4 “Isole Minori”, inerente il Progetto di “ recupero ed utilizzo ai fini ricettivi ex Hotel Napoleon ” destinazione polifunzionale. La vista ispettiva si mosse sulla base delle denunce sottoscritte dai tre sindaci Conte, Iacono, De Siano e Manzi. E come per la gran parte di quanti hanno la possibilità di frequentare l’immobile ha permesso la constatazione quasi immediata che lo stabile tutto occupa all’infuori che il polifunzionale o il museo ed in realtà, in gran parte si sfrutta, quale casa comunale. La palesate e rilevata mancanza del rispetto del protocollo d’Intesa sottoscritto il 23 agosto 1996 tra la Presidenza del Consiglio dei Ministro ed i comuni delle isole minori determina di rimando tutte le conseguenze ed i risvolti del caso, in primis la restituzione delle somme indebitamente percepite e dunque l’incriminazione di politici e pubblici amministratori, tecnici e responsabili che hanno consentito tutto ciò, sottoscrivendo anno per anno il falso anche in sede di civico consesso e soprattutto nell’assolvimento del proprio ruolo di dirigenti ed esperti esterni con incarico ad oc. Nella fattispecie il contributo risale al mandato Mennella, e dunque il ritenuto ” falso” parte da lì e continua perché attualmente si “prendono” i soldi per il museo che invece dovevano essere casa comunale. Poi al posto del Museo di fatto si è realizzata la casa comunale. Insomma il gioco del cane che si morde la coda o meglio dell’equivoco che permette di “allattare a più zizze”. Ed in tutti questi anni nessun soggetto, esponente dell’Ente che in materia di autotuela abbia denunciato le irregolarità riscontrate. In base all’articolo 12 il ministero delle attività produttive del protocollo d’intesa registrato alla corte dei conti dovrebbe revocare il contributo pubblico e al recupero delle somme eventualmente maggiorate degli interessi legali. Dunque il comune deve restituire un miliardo e mezzo di vecchie lire al Ministero delle attività produttive. Si profila pertanto un nuovo dissesto finanziario all’orizzonte? In base alle denunce e alla avvenuta costatazione delle false dichiarazioni che coinvolge 4 generazioni di sindaci ed amministratori. Ed ora nonostante quanto rilevato si sottoscrive l’ultimo falso l’assegnazione dell’incarico di direttore onorario del Museo Civico fantasma a questo punto viene da dire. Infatti su proposta di pasquale Cuomo si è proceduto al conferimento dell’incarico per 500,00 euro mensili al prof Andrea Di Massa. E la delibera che ha portato al conferimento di tale nomina si riferisce a leggi, norme e fatti che gli ispettori hanno verificato essere inesistenti ed irrealizzati. Oltre alla legge 12 che stabilisce i requisiti del museo con i quali la realtà contrasta. Ed ancora l’incarico riguarda anche l’osservatorio geofisico che attualmente non ha l’immobile oggetto di un contenzioso. Allora mancando i presupposti che cosa hanno nominato? Non esiste il museo, non c’è lo stabile all’osservatorio eppure si continua a perseverare nel falso. Il direttore di che Museo e che Osservatorio? Se l’ente locale in entrambe non occupa una posizione di regolarità.
I PASSI CRUCIALI CHE HANNO SVELATO LA CONTRADITTORIETA’
Infatti balza all’occhio il passaggio in cui si ritiene opportuno segnalare « il contraddittorio comportamento dell’Arch. Arcamone il quale nell’anno 2002 sottoscrive insieme al Sindaco, il documento della sicurezza, in cui si attesta l’utilizzazione dell’edificio quale sede municipale; successivamente nel novembre 2004… afferma che l’amministrazione già con la richiamata delibera di G.M. aveva intenzione di trasferire la sede comunale presso l’ex Napoleon; più tardi, agli inizi di marzo 2005 sottoscrive la relazione del Di Noto Morgera nella quale risulta che la Regione ha concesso annualmente finanziamenti per potenziare gli allestimenti del presunto museo». Di nuovo alla carica, dunque, gli ex Sindaci della cittadina termale, Conte, De Siano, Iacono e Manzi che in una nota del 20.04.05 acquisita al protocollo n° 5647 ed avente ad oggetto: Programma Multiregionale Turismo-Sottoprogramma I-Misura 4 ”Isole Minori”.Progetto: “Recupero ed ai fini ricettivi ex Hotel Napoleon con destinazione polifunzionale”, aggiungono un nuovo tassello alla spinosa vicenda del palazzo Bellavista. La missiva inviata alle varie autorità d’indirizzo tra cui il Procuratore della Repubblica e alla Procura della Corte dei Conti, esprimono facendo gia seguito a precedenti note trasmesse, una serie di considerazioni in merito all’azione intraprese dagli amministratori e loro delegati in merito alla vicende sollevate. Tutto ha inizio con l’opera del Segretario Generale Giovanna Imparato che viste le richieste pervenute da inizio alla procedura per accertare la legittimità della “utilizzazione dell’edificio museale con ulteriori e diversi uffici comunali”.
Pertanto il Ministero delle Attività Produttive , con nota prot. 1545080 OBI-Mis. 4 del 01.02.05, chiede al Sindaco ed al Segretario Generale di relazionare compiutamente sull’ attuale rispetto dei criteri contenuti nel protocollo d’ intesa del 23.08.1996 da parte del progetto in questione “nelle modalità di attuale realizzazione e, in caso differente, di volere indicare le iniziative che codesto Comune vorrà porre in atto per riportare il progetto al rispetto degli obbiettivi per il quale è stato finanziato”, di qui una vera e propria partita di “Ping Pong” a suon di note e protocolli che come anticipatovi dalle colonne di questa redazione vede sempre più coinvolti nella vicenda oltre che agli attuali e precedenti amministratori locali l’ intero apparato dirigenziale responsabile degli uffici comunali. Ovvero, oltre al Sindaco Ferrandino nella qualità di datore di lavoro ed al Responsabile del servizio di prevenzione e protezione dei rischi Silvano Arcamone, il Geom. Crescenzo Di Noto Morgera indicato come “ dipendente, assunto a tempo determinato, assegnato all’ ufficio LL.PP. appartenente alla categoria C”. Sottoscrivendo ancora che sarebbe stato nominato Responsabile di Procedimento e che ad evasione delle richieste del Ministero delle Infrastrutture in merito al rispetto del protocollo d’intesa, mentre l’onere e l’obbligo di relazionare era strettamente di competenza del Sindaco e del Segretario Generale una volta acquisiti i pareri dei responsabili dei servizi competenti. Sarebbe proprio la relazione predisposta dal Di Noto Morgera questa volta e trasmessa al Dicastero delle Infrastrutture dall’Arcamone ad essere sott’osservazione nella quale erroneamente si sostiene a detta dei firmatari l’avvenuta attuazione della delibera 272/99, tralasciando specifici riferimenti in merito “all’attuale rispetto ai criteri contenuti nel protocollo d’intesa del 23.08.1996 da parte del progetto in questione nelle modalità di attuale realizzazione e, in caso differente di voler indicare le iniziative che codesto Comune vorrà porre in atto per riportare il progetto al rispetto degli obbiettivi per il quale è stato finanziato” e di seguito gli ex Sindaci dichiarano l’inesattezza di quanto asserito dal Segretario Generale nella risposta al Ministero riportando in essa delle note del Responsabile dell’area Tecnica ed interrogandosi ancora su quanto affermato testualmente dal Di Noto Morgera,“attualmente l’intera struttura presenta i seguenti ambienti dedicati a museo”, rispettivamente collocati ai piani: seminterrati, piano terra e primo piano, tralasciando di riferire di fatto che altri spazi a parte quelli citati a sale rappresentanti vengono utilizzati difformemente dalle indicazioni riportate nella relazione allegata alla delibera n° 272/99. I sostenitori della nota hanno dettagliatamente riportato, salvo recenti variazioni come sono gestite le aree e le superfici interne dell’attuale sede municipale o Museo Civico che dir si voglia e che pertanto si chiedono come sia stato possibile conciliare l’utilizzo della medesima struttura sia in uffici comunali che in sale museali, cosa che nessun esperto del ramo potrebbe supportare ed avvallare. Pertanto quali dispositivi siano stati adottati e specificati nel documento della valutazione dei rischi per garantire, ai sensi del D.L.vo 626/94 e s.m.i. la salute e la sicurezza dei cittadini, dei visitatori e dei lavoratori impegnati nelle due attività.
Sarà solo un’ipotesi di difesa, quella degli ex Sindaci Conte, Manzi, Iacono e De Siano, o sarà quanto mai veritiera nei termini di legge la contraddittorietà dei comportamenti amministrativi tenuti dal Responsabile di Servizio Arcamone e del Di Noto Morgera?
Una cosa è certa nonostante sempre più persone vengono chiamate per dare chiarezza alle circostanze per le loro rispettive competenze nell’intera vicenda continuano ad aumentare le incognite e le acque divengono sempre più torbide. E IL Ministero dopo l’ispezione batte cassa!
Ultimo aggiornamento Domenica 05 Aprile 2009 19:04