I LAVORI SUL MOLO DI SOVRAFLUTTO: I RESIDUI DI UN VECCHIO " REGALO" DELLA REGIONE... Stampa
Valutazione attuale: / 3
ScarsoOttimo 
CasamicciolaNews - Cronaca
Scritto da Ida Trofa   
Mercoledì 15 Marzo 2006 13:06

E se "a caval donato non si guarda in bocca" è anche il caso di dire che dopo tanta attesa e per uno scalo con un così massiccio traffico nautico, quanto meno è auspicabile che non si tratti delle solite “Opere di Cascetta.

Sono trascorsi mesi, mesi di compulsioni e sollecitazioni da parte della capitaneria di porto, del comandante Vuoso, dall'utenza interessata e finalmente il tratto di banchina adiacente alla bitta 97 ed il terminal aliscafi è in via di rifacimento da qualche settimana. I limiti di resistenza e la scadente posa in opera delle strutture non ha consentito sin’ora l’operatività ed il normale impiego delle strutture portuali per le normali operazioni commerciali. Attività che, come il passato ha già ampiamente dimostrate per il restante spazio delle strutture, in breve eppur con scarso impiego, aveva fatto si che il cemento, in teoria, armato che dovrebbe costituire le strutture del molo di sovraflutto in questione si tramutasse in “polvere”. Per “eccesso” d'utilizzo o, probabilmente, per la troppa economia che si è tenuta nell'uso dei materiali d'esecuzione... un calcolo erroneo delle strutture, forse? Tutto è possibile, fatto sta in questa celere e deleteria regressione, vero e proprio sfaldamento dell'apparato edilizio che compone l'insieme, travi, leganti e quant’altro, sono stati divelti dai pesanti portelloni delle navi traghetto in attracco. E pensate un po' quelle travi in ferro che di norma per la perfetta assoluzione delle funzioni a cui è destinata dovrebbero essere a T e di spessore adeguato sono ad U e di dimensioni tali da non riuscire a sostenere il peso dei carichi che su di esse vanno a gravare. E questo non secondo il parere di una sprovveduta, ma secondo i fatti e dall'esempio di un tratto di molo, poco distante e che resiste lì, sotto le medesime azioni, i medesimi carichi da più di vent'anni. Le cosiddette putrelle, volgarmente rotaie, infatti si accartocciano sotto l'azione d'inerzia per attrito dei portelli in scivolamento. Qualcuno disse, in tempi non sospetti, che per la gestione del porto sarebbero cambiate molte cose, visto che per il momento ancora si attende l’evoluzione dei “Porti di Cascetta”, speriamo che comincino a cambiare il modo di costruire e concepire le strutture, a cominciare da dove mettiamo i piedi. Allo stesso modo si spera che al pari della meticolosità nel dipanare argomentazioni, da parte degli uomini e gli enti interessati in seno alla Regione, quali: chiarezza sulle effettive condizioni statiche e di praticità del tratto di molo, ci sia meticolosità di azione e posa in opera, con idonei e realmente concernenti indicazioni di competenza tecnica a precedere il nulla osta per l’impiego delle stesse opere in oggetto. Alla prima che si tornino a rimpiangere i tempi in cui « era meglio quando si stava peggio ». Ovvero era meglio prolungare oltremodo il disagio dovuto alla carenza di spazi e di strutture portuali adeguate che crearne altri forse più fastidiosi...forse, visto che quelle strutture, poi, così adeguate non lo sono mica. Comunque si tratta di lavori eseguiti nel rispetto delle normative, dunque nessuna difficoltà per gli esecutori, la difficoltà resta sempre e comunque nostra. Oramai, il tempo trascorso sembra tanto, troppo era il lontano 25 marzo, quando il dottor Catello Palumbo, dirigente del settore demanio marittimo della regione previo parere del dirigente del servizio, geometra Elio Cozzolino, comunicava all'ufficio Circondariale Marittimo d'Ischia che: "I lavori di consolidamento del molo di sopraflutto del porto di Casamicciola Terme sono terminati e, che, lo stesso, può essere riaperto al traffico, nonché che la banchina di approdo utilizzata normalmente dalla Motonave Pasqualina Catania deve essere interdetta alle operazioni commerciali, attesa l'esistenza di nuove lesioni che ne pregiudichino la staticità stessa". Anche in seguito ai notevoli disagi registrati dagli utenti , dalle compagnie di navigazione e da taluni servizi collegati alle vie del mare, si è dato vita e con successo, a forti iniziative tese a riattivare in maniera definitiva lo scalo della cittadina termale. Ma nella pratica ciò non è bastato e l'ottimale sfruttamento delle infrastrutture isolane stenta a prendere il largo forse è giunto il momento che gli organi regionali riemergessero dal mare magno degli spot e della semplice spettacolarizzazione delle iniziative tornando ad interessarsi della questione “ concreta efficientizzazione” porti. Sperando che l'antico detto, "non cambiare la via vecchia per la nuova" per il porto di Casamicciola questa volta non valga. Cos’ come oggi nel mese di Marzo 2006 sono lontani in tempi in cui dal “PalazzoBellavista " si rendeva noto che « più di quattrocentomila euro sono stati destinati allo scalo per chiudere definitivamente l'annosa questione del risanamento della banchina, i lavori sulla parte estrema della diga foranea saranno avviati entro il prossimo maggio» e che sindaco Ferrandino ritiene che « l'intervento dell'assessore Cascetta è stato quanto mai opportuno e sollecito». Infatti , secondo particolarissime constatazioni,la Regione, sarebbe passata all'azione recuperando i ritardi accumulati dopo i fatti del 1999, mareggiate e via discorrendo. In pochi mesi gli organi responsabili sarebbero intervenuti con il finanziamento di 800mila euro e la messa in opera a tempo di record degli interventi per la totale riapertura estiva del molo, da allora sono passati tre anni buoni. Intanto però l’aumento attualmente prospettato dell’operatività per le navi traghetto evidenzia come tutto il traffico sarà sviluppato a scapito dei mezzi veloci, almeno questo andando per intuizione ed in previsione del nuovo piano corse regionali in via di elaborazione. Se le cose stanno così per l'utilizzo futuro dei fondi affidiamoci alla buona sorte... gli scongiuri son d'obbligo.