Altro che poveri bisognosi ed affamati! Stampa
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CasamicciolaNews - Cronaca
Scritto da Ida Trofa   
Sabato 21 Aprile 2007 19:25

Altro che poveri bisognosi ed affamati !

La raccolte alimentari, la pasta il pane gli alimenti raccolti per le famiglie meno abbienti prendono strade traverse e quasi sempre non sono finalizzate agli usi per cui vengono concepite. Ecco che fine fanno le collette alimentari e gli aiuti per i poveri ed i bisognosi. Fanno la fine dell’immondizia, del pattume dell’inutile. Peccato che quest’inutile sia messo insieme a costo di grandi sacrifici umani ed economici.

Altro che poveri bisognosi ed affamati! La raccolte alimentari, la pasta il pane gli alimenti raccolti per le famiglie meno abbienti prendono strade traverse e quasi sempre non sono finalizzate agli usi per cui vengono concepite. Ecco che fine fanno le collette alimentari e gli aiuti per i poveri ed i bisognosi. Fanno la fine dell’immondizia, del pattume dell’inutile. Peccato che quest’inutile sia messo insieme a costo di grandi sacrifici umani ed economici.
Tempo fa riportammo la notizia relativa all’anomala distribuzione degli aiuti alimentari destinati alle famiglie meno abbienti di Casamicciola Terme e dell’Isola d’Ischia tutta. Alcune signore avevano voluto portare alla ribalta della cronaca isolana una situazione che, a questo punto, rappresenta senza nessuna ombra di dubbio l’ennesimo scandalo, la testimonianza provata che non si sbaglia chi non vuole aderire a pseudo iniziative benefiche. Nella distribuzione di beni di prima necessità che viene effettuata dalle pie donne della parrocchia di Perrone, ma anche dal convento dei Padri Passionisti e dall’orfanotrofio poco distante vengono spesso messe in atto donazioni superflue e certamente avverso persone e personaggi che nulla hanno di bisognoso e abbiente, favoritismi politici e di appartenenza amministrativa, per qualcuno, donazioni a persone che di bisogni ne hanno davvero pochi e tutti autonomamente soddisfacibili, ma anche concessioni a famiglie ritenute in ristrettezze economiche e che in realtà di questo loro stato hanno fatto uno modo di vivere fatto di privazioni zero e di agi molteplici e tutti all’ultima moda. Insomma troppe sarebbero le persone che usufruiscono gratuitamente di questi beni senza averne un reale bisogno. Addirittura qualcuna di queste persone venderebbe ad altri questi prodotti alimentari ottenendo un illecito arricchimento, altri li destinerebbero alla pattumiera, altri come è accaduto tra venerdì e sabato li ha scaraventati sugli scogli senza nessuna remora. Un malcostume, che si verifica nel mondo cattolico e nel segreto delle sacrestie, ma che comunque evidenzia la qualità e la reale portata dei nuovi poveri e dei bisogni sempre più collegati alle mode agli status symbol e allo sviluppo tecnologico. Ovvero date a qualcuno che si lamenta per il poco avere, della pasta e del pane, qualche indumento che per voi è superfluo, questi ve li tirerà dietro o appena voi vi sarete girati li butterà nell’immondizia. Provate a dargli un bel centone, un cellulare, ultima generazione mi raccomando, una parabolica, una TV con schermo ultrapiatto a cristalli liquidi, allora si, potrete dire di aver fatto del bene ai nuovi poveri isolana, perché la verità è una sola, la mangiatoia è bassa e nessuno più vive di elemosina anzi elemosina una vita agiata e da nababbi, senza sacrifici, perché come dicono i disoccupati a Napoli e così per no lavorare si vive di espedienti e “traffici” vari, ovviamente stando bene attenti a mostre olo l’aspetto  di necesità. Avrete fatto un illusione del così detto bene visto che sarete a vita debitori verso quel povero di un centone e di tempo e sacrifici, dato che al primo no questi vi si rivolterà contro maledicendovi e dicendo di voi peste e corna. Cento euro infatti si spendono subito, le cose di marca costano e le mode vanno e vengono. Così non fa specie gettare 10 e più chili di pasta di semola di grano duro senza marca e non vendibile timbrato con il simbolo “ AGEA-AIUTO”, in mare, sulla scogliera del litorale casamicciolese, visto che tanto non è costato un soldo, forse si sarebbe preferita di marchio pregiato, di quelle che si vedono alla pubblicità! O forse si fa solo finta di essere indigenti e poveri, i nostri nonni, ma già i genitori non si sarebbero mai sognati di fare una cosa del genere. E poi, perché privare chi ha la reale necessità di sfamarsi di un bene tanto prezioso? Credo che questo non rispetto di ciò che un tempio veniva detto “ben di Dio”, sia una vera e propria cattiveria una crudeltà, verso tanti veri poveri affamati, per chi lotta contro gli stenti e la fame, verso chi ha davvero la pancia vuota e non la pancia piena di chi piange per sfottere a chi ride e passa sulle avversità. Per esperienza diretta che ostinarsi in questa fasulla distribuzione di alimenti sia un peccato ed uno spreco inutile. Mesi fa ed ancora adesso un’amica mi parlava di una donna di chiesa che le aveva portato buste e buste di pasta e riso da cestinare o cuocere ai cani, alimenti che a lei non servivano. Pensando che si trattasse di prodotti malandati, li accettai volentieri per la mia famiglia a quattro zampe, poi guardando quei prodotti da vicino notai la scritta aiuto e la pregevole qualità del prodotto, pensai di far cosa gradita rigirandoli a chi mi sembrava vivere di stenti. Questo mio slancio non fu apprezzato, anzi, mi sembrò di scorgere disappunto e malessere, decisi così di tenerla per noi e di consumarla come merita, al contrario dello stesso avviso non sembrano i destinatari di tali collette alimentari che appena ricevuto il pacco, come nella fattispecie, lo buttano strada facendo. Sono sempre più persuasa che nella realtà isolana i veri poveri sono i lavoratori e chi si affanna per dare dignità ed esempio alla propria famiglia, ai bambini, ai più piccoli. Sono poveri perché credono di poter cambiare un mondo sempre più fatto di traffichini e furbastri che campano sulle spalle altrui, estorcono sostegno, beffandosi di quanti in buona fede gli porgono una mano, facendone per giunta motivo di scherno e derisone. Che cosa ha insegnato quel padre e quella madre, quella persona che ha lanciato cestinando dieci chili di un bene primario come la pasta?  Cosa ci aspettiamo ancora da una società che insegue tali modelli? A me vien in mente con rammarico e rabbia un recente documento della Caritas acquisito dalla diocesi ischitana che qui di seguito riporto

LA  CHIESA HA FATTO LA SCELTA  PREFERENZIALE PER I POVERI
E' L"ORA DI UNA NUOVA FANTASIA DELLA CARITA’

"L’uomo non può vivere senza amore ….la sfida per la Chiesa nell’Europa di oggi consiste nell’aiutare l’uomo contemporaneo a sperimentare l’Amore di Dio Padre attraverso la testimonianza della carità…..Vivere nella carità diventa, quindi, lieto annuncio ad ogni persona, rendendo visibile l’amore di Dio che non abbandona nessuno. In definitiva significa dare all’uomo smarrito ragioni per continuare a sperare.
Per sua stessa  natura, la testimonianza della carità deve estendersi oltre i confini della comunità ecclesiale, per raggiungere ogni persona, così che l’amore per tutti gli uomini diventi fomento di autentica solidarietà per l’intero vivere sociale. Quando la Chiesa serve la carità, essa fa crescere allo stesso tempo la “cultura della solidarietà”, concorrendo così a ridare vita ai valori universali della convivenza umana. In questa prospettiva occorre riscoprire il senso autentico del volontariato cristiano… (Ecclesia in Europa 84.85)
L’amore preferenziale per i poveri è una dimensione necessaria dell’essere cristiano e del servizio al Vangelo. Amarli e testimoniare loro che sono particolarmente amati da Dio significa riconoscere che le persone valgono per se stesse, quali che siano le loro condizioni economiche, culturali e sociali in cui si trovano, aiutandoli a valorizzare le loro potenzialità. Occorre poi lasciarsi interpellare dal fenomeno della disoccupazione, che in molte nazioni d’Europa costituisce un grave flagello sociale….Alla  Chiesa è chiesto di ricordare che il lavoro costituisce un bene di cui la società deve farsi carico.”(ivi, 86.87)
Il XIII Sinodo della Comunità Ecclesiale isolana è chiamata a riscoprire l’immagine di una Chiesa povera e amica dei più poveri che accoglie ogni persona e che guarda con attenzione ogni forma, antica o nuova di povertà.
Per riflettere e discutere
Chi sono i poveri? Chi sono i poveri, oggi, a Ischia?
Vecchie e nuove povertà?
Si può dire che conosciamo veramente tutti i problemi umani della gente che abita nell’isola?
Attraverso quali strumenti o iniziative si cerca di conoscere le diverse presenze di povertà, spesso nascoste e dimenticate?
Le azioni  e gli strumenti di formazione e di informazione di cui disponiamo, quali messaggi orientati alla sensibilizzazione, forniscono ai fedeli per far loro conoscere e comprendere le molteplici presenze di povertà ed emarginazione presenti e far prendere coscienza dell’impegno di testimonianza che ciascuno è chiamato a vivere?
La preparazione ai sacramenti è scuola di educazione all’attenzione ,alla gratuità, alla sobrietà, alla condivisione, all’assunzione di responsabilità nei confronti degli altri, dei più poveri?
La comunità assume come impegno prioritario l’educazione dei ragazzi e dei giovani all’esercizio della carità?
La pratica della carità è vissuta come esperienza comunitaria e non solo come iniziativa individuale e di pochi addetti ai lavori?
La pratica della carità, superando uno stile assistenziale e paternalistico, mira a rendere il fratello più libero per farlo uscire dal suo stato di povertà?
Quale altro segno di solidarietà può esprimere la nostra comunità oltre quello già  programmato dalla diocesi e voluto dal nostro vescovo mons. Filippo Strofaldi della Casa di prima accoglienza che sorgerà presso il Convento dei Frati Francescani di Ischia?
E sopratutto serve realmente tutto questo?

Ultimo aggiornamento Giovedì 28 Maggio 2009 06:50